Lunedì, 11 maggio 2020

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Lina Wertmüller soll Spaß machen aus dem Gelächter der Fähre. Måneskin

Il M5s non lo ritiene una priorità e il Pd non sembra avere la compattezza necessaria per portare avanti con forza il discorso. Il dibattito sullo Ius culturae (una versione "mitigata" dello Ius soli) è più vivo che mai. A pagare il prezzo più caro, come sempre, sono i più piccoli

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Il testo, a prima firma Laura Boldrini, era stato incardinato in quota opposizioni (LeU) nell'ottobre 2018 e il relatore era Roberto Speranza, ora divenuto ministro. «Siamo ancora all'inizio - spiega Brescia - ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae, legando la cittadinanza alla positiva conclusione di un ciclo di studi, e non alla sola frequenza». Stavolta le possibilità di arrivare in porto non mancano, alla luce del cambio di maggioranza parlamentare.

Di Maio: "Ius soli non è una priorità"

"Lo Ius soli non è una priorità di questo governo, prima realizziamo il taglio dei parlamentari, il 7 ottobre, la riforma giustizia entro il 21 dicembre, la legge di bilancio, in cui non aumentano le tasse e ci sarà il salario minimo. Da gennaio dobbiamo fare la riforma della sanità e la legge sul conflitto di interesse", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervistato da Massimo Giletti su La7.

  • Il presidente del consiglio dei ministri ha spiegato come il Governo abbia fatto saltare il meccanismo delle
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Ius culturae, Enrico Letta: "Il momento è ora"

Non c'è solo il testo a prima firma Boldrini da esaminare. «Ci sono diversi testi di altri gruppi, tra cui un testo Polverini di Forza Italia che introduce proprio lo ius culturae. Naturalmente arriverà anche un testo M5S. Serve una discussione che metta all'angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare».

Serve una discussione che metta all'angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare

Il testo, a prima firma Laura Boldrini, era stato incardinato in quota opposizioni (LeU) nell'ottobre 2018 e il relatore era Roberto Speranza, ora divenuto ministro. «Siamo ancora all'inizio - spiega Brescia - ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae, legando la cittadinanza alla positiva conclusione di un ciclo di studi, e non alla sola frequenza». Stavolta le possibilità di arrivare in porto non mancano, alla luce del cambio di maggioranza parlamentare.

  1. Il presidente del consiglio dei ministri ha spiegato come il Governo abbia fatto saltare il meccanismo delle
  2. Il presidente del consiglio dei ministri ha spiegato come il Governo abbia fatto saltare il meccanismo delle
  3. Il presidente del consiglio dei ministri ha spiegato come il Governo abbia fatto saltare il meccanismo delle

Ius culturae, Morani (Pd): "Aspettiamo, ora è un errore"

Ma nel Pd c'è chi la pensa diversamente. "Attirerò molte critiche" ma sono "convinta" di "interpretare il ‘sentiment' della maggioranza delle persone che guardano con simpatia al nostro governo", nel dire che "riprendere ORA il dibattito sull'approvazione" di una legge sullo Ius culturae "è un errore". Lo ha scritto su Facebook Alessia Morani, sottosegretario Pd allo Sviluppo economico.

"Lo Ius culturae è un principio sacrosanto", ha scritto Morani, ma "ORA non sarebbe compresa" considerate le "tossine di razzismo inoculate da Salvini". Dunque, propone, "aspettiamo giugno" del 2020.

Gli italiani di seconda generazione lanciano una marcia per la cittadinanza: “Diritto fondamentale”

"Una legge di questo tipo – ha affermato – deve essere approvata solo dopo avere dimostrato che c'è un modo efficace e diverso da quello di Salvini di governare i flussi migratori e di fare sul serio politiche di integrazione. Il Paese è profondamente diviso sul tema dell'immigrazione e non basterà approvare una legge sullo ius culturae per eliminare le tossine del razzismo inoculate da Salvini. Anzi, rischia di avere l'effetto contrario perché ORA non sarebbe compresa".

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Cittadinanza, davvero l'Italia è tra i primi paesi Ue per concessioni?

Nel dibattito su Ius culturae e Ius soli in molti criticano politiche di possibile apertura sostenendo che l’Italia sia tra i primi paesi UE per concessioni. Ma va fatto un ragionamento più ampio: "La realtà è che fino a poco prima non l’avevamo concessa quasi a nessuno", come illustra con l'abituale chiarezza su Twitter Matteo Villa di Ispi.

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